SundariLahari
L'Onda della Bellezza
42
Gathair manikyatvam gagana-manibhih-sandraghatitham.
Kiritam te haimam himagiri-suthe kirthayathi yah;
Sa nideyascchaya-cchurana-sabalam chandra-sakalam
Dhanuh saunasiram kim iti na nibadhnati dhishanam.
Oh figlia delle montagne ghiacciate, colui che descriverà la tua corona,
ornata di pietre brillanti, dei dodici luminari posti gli uni accanto agli altri,
vedrà la luna crescente brillare sulla tua corona, come l'arco brandito da Indra.
43
Dhunotu dhvaantam nas tulita-dalit’endivara-vanam
Ghana-snigdha-slakshnam chikura-nikurumbham thava sive;
Yadhiyam saurabhyam sahajamupalabdhum sumanaso
Vasanthyasmin manye vala-madhana-vaati-vitapinam.
O Dea, consorte di Shiva, fai che il buio delle nostre menti scompaia
alla vista della tue trecce coronate di gloria, per una sola ciocca sulla tua fronte;
i fiori del giardino di Indra sbocciano tra i tuoi capelli, per carpirne il profumo.
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Tanothu kshemam nas tava vadhana-saundarya lahari
Parivaha-sthrotah-saraniriva seemantha-saranih
Vahanti sinduram prabala-kabari-bhara-thimira-
Dvisham brindair bandi-krtham iva navin’arka kiranam;
O madre, la linea tra i tuoi capelli è come un torrente imprigionato,
tra le sue sponde scorre l’onda della tua bellezza,
e il vermiglio che l'adorna è come sole nascente
tra i tuoi capelli corvini, neri e folti come i ranghi dell’esercito nemico.
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Aralaih swabhavyadalikalabha-sasribhiralakaih
Paritham the vakhtram parihasati pankheruha-ruchim;
Dara-smere yasmin dasana-ruchi-kinjalka-ruchire
Sugandhau madhyanti Smara-dahana-chaksur-madhu-lihah.
Per loro natura dolcemente arricciati e luminosi, come giovani api,
i tuoi capelli circondano il tuo volto più radioso del fiore di loto,
e brillano i denti bianchi come germogli,
che incantano gli occhi del Dio che incenerì il desiderio.
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Lalatam lavanya-dyuthi-vimalamaabhati tava yath
Dvithiyam tan manye makuta-ghatitham chandra-sakalam;
Viparyasa-nyasad ubhayam api sambhuya cha mithah
Sudhalepa-syutih pareenamati raka-himakarah.
Io credo, o madre, che la tua fronte luminosa come la luna
sia effettivamente l'astro, imprigionato dalla tua corona gloriosa,
e se unita alla luna che adorna la corona che la sovrasta,
essa darebbe luce e nettare come un perenne plenilunio.
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Bhruvau bhugne kinchit bhuvana-bhaya-bhanga-vyasanini
Tvadhiye nethrabhyam madhukara-ruchibhyam dhrita-gunam;
Dhanur manye savye’tara-kara-grhitam rathipateh
Prakoshte mushtau ca sthagayati nigudha’ntharam ume
O dea Uma, che rimuovi la paura dal mondo, le tue sopracciglia
coronate da file di api da miele, mi ricordano l’arco del dio dell’amore,
stretto nella sua mano sinistra, che ne nasconde il centro con le dita.
48
Ahah sute savyam tava nayanam ark’athmakathaya
Triyamam vamam the srujati rajani-nayakataya;
Trithiya the drishtir dhara-dhalita-hemambuja-ruchih
Samadhatte sandhyam divasa-nisayor antara-charim
Il tuo occhio destro è come il sole, da cui proviene il giorno,
il tuo occhio sinistro è come la luna, da cui proviene la notte
il terzo occhio al centro, è come un semiaperto fiore d'oro
pronto ad aprirsi dove sorgono l’alba e il tramonto.
49
Vishala kalyani sphuta-ruchir ayodhya kuvalayaih
Kripa-dhara-dhara kimapi madhur’a bhogavatika;
Avanthi drishtis the bahu-nagara-vistara-vijaya
Dhruvam tattan-nama-vyavaharana-yogya vijayate
Il tuo sguardo, o Dea, tutto comprende, benefico per tutti, ovunque scintilla,
bellezza incomparabile, pioggia di grazia, dolcezza incarnata
salvezza dei devoti, fortezza e vittoria, Dea dai molti nomi e dalle molte virtù.
50
Kavinam sandharbha-sthabaka-makarandh’aika-rasikam
Kataksha-vyakshepa-bhramara-kalabhau-karna-yugalam;
Amunchantau drshtva tava nava-ras’asvada tharalau-
Asuya-samsargadhalika-nayanam kinchid arunam
I tuo occhi, o Dea, sono come le api assetate di miele, che dolcemente
tendono a raggiungere le orecchie, su cui piegano a suggere il miele
dai versi offerti dai devoti, mentre il tuo terzo occhio scintilla violetto di gelosia.
51
Shive sringarardhra tad-ithara-jane kutsana-paraa
Sarosha Gangayam Girisa-charite’vismayavathi;
Har’ahibhyo bhita sarasi-ruha-saubhagya-janani
Sakhishu smera the mayi janani dristih sakaruna
Madre dell’universo, il tuo sguardo è dolce e pieno d’amore per il tuo Signore Shiva
d'odio per Ganga, o di meraviglia per le storie del tuo Signore, o di timore dei serpenti che cingono il Suo collo,
oppure è radioso di gioia alla vista dei tuoi cari, ed è colmo di misericordia, quando incontri me, il tuo devoto.
52
Gathe karnabhyarnam garutha iva pakshmani dhadhati.
Puraam bhetthus chitta-prasama-rasa-vidhravana-phale;
Ime nethre gothra-dhara-pathi-kulottamsa-kalike
Tav’akarn’akrishta-smara-sara-vilasam kalayathah
O bocciolo che coroni la dinastia delle montagne,
le tue sopracciglia assomigliano alle ali di un’aquila reale
e tolgono la pace al cuore di colui che distrusse le tre città (Shiva),
le tue lunghe ciglia scoccano per lui le frecce del Dio dell’Amore.
53
Vibhaktha-traivarnyam vyatikaritha-lila’njanathaya
Vibhati tvan-netra-trithayam idam Isana-dayite;
Punah strashtum devan Druhina-Hari-Rudran uparatan
Rajah sattvam vibhrat thama ithi gunanam trayam iva
O amata da Shiva, i tuoi tre occhi decorati dai tre colori
associati ai tre guna (sattva, raja, tamas) sono segno della triplice divinità
di Vishnu, Brahma e Rudra, uniti in te alla fine dei tempi.
54
Pavithrikarthum nah pasupathi-paradheena-hridhaye
Daya-mithrair nethrair aruna-dhavala-syama ruchibhih;
Nadah sono ganga tapana-tanay’eti dhruvamamum
Trayanam tirthanam upanayasi sambhedam anagham.
Dea, signora di Pasupathi, i tuoi occhi sono come i tre fiumi,
il rosso Sonabhadra, il bianco Gange e il nero Yamuna
e tu sei la confluenza dei tre, dove i peccati del mondo sono mondati.
55
Nimesh’onmeshabhyam pralayam udayam yaati jagati
Tave’ty ahuh santho Dharani-dhara-raajanya-thanaye;
Tvad-unmeshaj jatham jagad idham asesham pralyatah
Pari-trathum sankhe parihruta-nimeshas tava drusah.
Dicono i saggi eruditi che questo mondo è creato e distrutto all’aprirsi e chiudersi dei tuoi occhi,
o figlia delle montagne, io credo però che tu non li chiuderai
così che questo mondo, da te creato, non avrà mai fine.
56
Tav’aparne karne-japa-nayana-paisunya-chakita
Niliyante thoye niyatham animeshah sapharikah;
Iyam cha srir baddhasc-chada-puta-kavaiam kuvalayam
Jahati pratyupe nisi cha vighatayya pravisathi.
O increata, i pesci neri nel ruscello non riposano, contemplando i tuoi larghi occhi scuri,
che mormorano alle orecchie cui sono vicini, e temono si parli di loro;
Lakshmi entra nei fiori di loto prima che tu chiudi le palpebre al tramonto, per uscirne solo all'alba, quando le riapri.
57
Drisa draghiyasya dhara-dhalita-nilotpala-rucha
Dhaviyamsam dhinam snapaya kripaya mam api Sive;
Anenayam dhanyo bhavathi na cha the hanir iyata
Vane va harmye va sama-kara-nipaatho himakarah
Signora di Shiva, bagnami col tuo sguardo misericordioso,
con i tuoi occhi belli come un loto appena sbocciato.
Con un tuo sguardo io guadagnerò il sommo bene e tu non perderai nulla,
come la luna che illumina foreste e i paesaggi, generosa.
58
Araalam the paali-yugalam aga-rajanya-thanaye
Na kesham adhatte kusuma-shara-kodhanda kuthukam;
Tiraschino yathra sravana-patham ullanghya vilasann-
Apaanga-vyasango disati sara-sandhana-dhisanam
O dea, figlia delle montagne innevate, chi non crederebbe
che l’arco disegnato tra i tuoi occhi e le orecchie non sia quello del dio dell’Amore?
Se un solo sguardo dei tuoi occhi suscita, come una freccia, la nostra meraviglia.
59
Sphurad-ganddabhoga-prathiphalitha-thatanka yugalam
Chatus-chakram manye thava mukham idam manmatha-ratham;
Yam-aruhya druhyaty avani-ratham arkendhu-charanam
Mahaviro marah pramatha-pathaye sajjitavate.
I cerchi che adornano i tuoi lobi si riflettono lucenti sul tuo volto
creando l'illusione di vedere il carro di Cupido incedere
sfidando il Signore stesso, alla guida del carro del mondo,
sospinto dalle ruote del sole e della luna.
60
Sarasvatyah sukthir amrutha-lahari-kaushala-harih
Pibanthyah Sarvani Sravana-chuluk abhyam aviralam;
Chamathkara-slagha-chalita-sirasah kundala-gano
Jhanatkarais taraih prati-vachanam achashta iva te.
O Dea, amata da Shiva, quando ascolti Saraswati cantare le tue lodi,
che richiamano la beatitudine del cuore,
la tua testa oscilla dolcemente seguendo la melodia, e il tintinnio dei tuoi monili
si solleva nell'aria come eco di cembali festosi.
61
Asau naasa-vamsas tuhina-girivamsa-dhvajapati
Thvadhiyo nedhiyah phalatu phalam asmakam uchitam;
Vahathy anthar muktah sisira-kara-nisvasa galitham
Samruddhya yat tasam bahir api cha mukta-mani-dharah
O Dea, simbolo dell’Himalaya, dal naso perfetto
come bambù sottile, concedici la tua benedizione.
La perla che orna la tua narice sinistra, così vicina al tuo respiro,
è per noi l’origine dei beni più preziosi.