Praatah-smaraami hrudi samsphuradaatma-tatwam
Satchit-sukham Paramahamsa-gatim tureeyam
Yatswapna-jaagara-sushapti-mavaiti nityam
Tadbrahma nishkalamaham na cha bhoota-samghah
Medito al mattino il Sé che risplende nel cuore, che è essere-coscienza-beatitudine, che è il fine supremo della vita umana, chiamato il ‘Quarto’ perché è al di là dei tre stati di coscienza: veglia, sogno e sonno profondo, e che di tutti è il testimone immobile. Io sono quel Brahman, che è indivisibile e non si forma per aggregato degli elementi naturali.
Praatar-bhajaami manasaam vachasaamahamyam
Vaacho vibhaamti nikhilaa yadanugrahena
Yanneti-neti-vachaner-nigamaa-avocham
tam Devadeva-Maja-machyuta-maahuragrayam
Medito al mattino l’Essere supremo splendente di cui parlano i Veda, il non nato, immutabile, supremo, inaccessibile alla mente, inattingibile alla parola, ma per la cui benedizione è data la facoltà del linguaggio, e che è descritto nelle Upanishad dalle parole ‘non questo, non quello’.
Praatar-namaami tamasah-paramarka-Varnam
Poornam sanaatanapadam purushottamaakhyam
Yasminnidam jagadasesha-masesha-moorthim
Rajwaam bhujamgama iva praati-bhaasitam vai
Medito al mattino l’Infinito, l’Essere eterno che è conosciuto come il Supremo Purusha, che è oltre le tenebre dell’ignoranza, che risplende come il sole, che è fondamento di tutto e su cui questo universo appare, proprio come una corda appare come un serpente.
Slokatraya-midam punyam lokatraya-vibhooshanam
Pratah-kaale pathedyasthu sa jachchet-paramam padam
Iti-Srimat Sankara-Bhagavadpaada virachitam
Parabrahmanamha-praataha-smarana stotram sampoornam
Colui che legge ogni mattina questa triade di versi santi, onorati nel triplice mondo, realizza lo stato supremo della liberazione. Questi versi furono scritti da Sri Adi Shnakaracharya Bhagavadpaada per la lode e la meditazione del Brahman supremo.