La figura della Papessa è legata al mito sacerdotale femminile antico, che incarnava l'energia vitale nascosta, la scintilla divina invisibile al mondo - o ne fungeva da custode. Era di solito la figura di una profetessa o sciamana, dedicata al divino fin da bambina e consacrata per sempre a esserne la voce e l'interlocutore. Le sue funzioni nella società e nel culto erano indispensabili e stabilivano il fondamento su cui si basavano le leggi e le decisioni degli uomini, secondo un disegno sacro. La sua figura era anche di conforto muto, presenza esplicita e materiale di vicinanza divina e cosmica che accoglie le suppliche e i bisogni degli uomini, che veglia su di loro e li guida con la legge e con la sapienza delle cose eterne. La matrice non generante di ogni esistenza, la depositaria della verità, della memoria collettiva, e della conoscenza dei segreti. La potenza e la presenza del Divino. Nel RgVeda la Parola Sacra è rappresentata dalla dea Vac, che occupa grande rilievo nella visione sacerdotale del cosmo. Nell'Inno del RgVeda (10.125) è descritta "muoversi" in compagnia degli dei, e trasportarli, partorirli, crescerli, avvolgerli, insieme a tutte le creature esistenti. In questo senso la Parola, Vac, occupa il ruolo del Demiurgo, manifestazione personificata del potere cosmogonico. La sua natura essenziale è definita dall'essere perennemente uguale a se stessa, nonostante le innumerevoli forme temporali: "Io - così come sono - sono i molti dei che venerate in vari luoghi/ Io abito tutti i luoghi sacri e vivo dentro le tante forme". Nell'oracolo rappresenta la madre, la sapienza, la tradizione, la conoscenza del profondo e dei misteri; la donna matura, la personalità autentica, le forme archetipe, le potenza celesti, il sentimento del Sacro, la consacrazione. Tutto cio' che ha a che fare con la conoscenza, lo studio delle leggi naturali e soprannaturali e dell'animo umano. La dispensatrice della cura e della vera guarigione.
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