|
Chi è alla porta? - chiede Parvati Digambara - risponde Shiva Fin dalla antichità numerose tradizioni religiose e filosofiche raccomandano all'uomo di intenti elevati il distacco dal mondo e dai desideri che esso suscita, perchè la ricerca della verità necessita di tutte le energie individuali e di una mente pacificata, distante dai desideri e dai conflitti mondani. Nella solitudine, prescelta dopo aver conosciuto diverse condizioni di vita, la mente è libera di osservare se stessa e trovare l'obiettivo verso cui tendere costantemente. Nella solitudine dei deserti o delle montagne Dio ha parlato ai suoi Profeti. Gli asceti Veggenti della tradizione Hindu, nella perfezione del loro silenzio, videro e udirono l'origine, la nascita e la formazione del cosmo, perfino degli stessi Dei, e tramandarono la testimonianza nei Veda. Nella cultura Hindu, la figura dell'ascet è tradizionalmente circondata di rispetto e ritenuta la posizione più elevata accessibile a un mortale. Simbolicamente l'Eremita è l'Osservatore distaccato dal mondo che ricerca la Verità Assoluta e che ne impersona la forma spogliandosi di ogni attributo mondano. Shiva veste i panni dell'asceta a significare la sua statura di Signore degli Dei e signore degli asceti, essendo la figura che rapprenta iconograficamente l'Assoluto, il senza-forma. Dal punto di vista umano e ordinario, la rinuncia alla vita mondana è innanzitutto determinazione profonda, presa di coscienza. Solo da tale determinazione si può compiere una scelta naturale ed equilibrata. Nell'oracolo l'Eremita può indicare un momento della nostra evoluzione in cui ci è richiesto di spogliarci del superfluo, dei condizionamenti e dei desideri egoici, ma anche dell'orgoglio e delle abitudini della mente. Rinuncia, solitudine, silenzio e frugalità |