1. Ora, dunque, si espone la dottrina della devozione.
2. La devozione è l’amore perfetto per Dio.
3. Il perfetto amore per il Signore, chiamato devozione suprema, è immortalità.
4. Con la devozione suprema, il devoto raggiunge la perfezione e l’immortalità, o la piena realizzazione di Sé.
5. Avendo raggiunto tale devozione smette ogni preoccupazione, mai più si rattrista, non odia, non si diletta di nulla e non si illude con piacere o godimento.
6. Avendo conosciuto la devozione, se ne diventa intossicati, ci si fa silenziosi, e infine assorti nel Sé.
7. Poiché la devozione è conforme alla rinuncia, non c’è alcun elemento di desiderio nell’amore divino.
8. La rinuncia, infatti, è nell’abbandono totale di tutti i piaceri laici e le attività religiose.
9. La devozione è rivolgere il cuore pienamente al Signore, e provare completa indifferenza per tutti gli altri oggetti, contrari ad essa. Questa è la natura della rinuncia. (Nirodha).
10. La rinuncia a tutti i supporti è la devozione del cuore.
11. Eseguire tutte le opere laiche e religiose che sono accordate da Dio e provare totale indifferenza per tutte le azioni che sono ostili a lui è indifferenza.
12. Dopo aver così deciso di condurre vita devota, con tutto il cuore, si trovi protezione negli insegnamenti scritturali.
13. Diversamente, c’è il rischio di una caduta (dal percorso spirituale).
14. I doveri mondani e sociali si devono eseguire fino a quando la coscienza del mondo esterno persiste, ma le attività di sostentamento come mangiare, ecc, continuino fino a quando il corpo è in vita.
15. Si descrivono ora le caratteristiche della devozione (Bhakti) e le opinioni diverse in merito.
16. “E’ il culto del Signore, fondato su profondo amore e saldo attaccamento”, così dichiara il figlio di Parasara, Sri Veda Vyasa.
17. “Un grande interesse nell’ascolto delle storie e delle glorie del Signore è bhakti “, secondo Maharshi Garga.
18. “La devozione per Dio, che non si oppone al riconoscimento del Sé interiore è vera devozione “, secondo Shandilya.
19. Secondo Devarshi Narada “ E l’offerta di tutte le azioni presso l’altare del Signore, e nei i momenti di oblio del Signore, è dolore straziante; questo è supremo amore divino (bhakti)”.
20. Fai che sia esattamente come descritto sopra.
21. Sia come l’amore delle Gopi di Vraja.
22. In questa condizione di amore perfetto, non c’è pericolo di dimenticare la gloria del Signore.
23. L’amore senza la conoscenza della Sua vera Natura Suprema (è) come l’amore illecito degli amanti clandestini.
24. Nell’amore profano non si condivide la felicità dell’altro.
25. La devozione suprema (bhakti) è una tecnica superiore all’azione (karma), alla conoscenza (gyana), e alla meditazione (yoga).
26. Perché essa è quale il risultato di tutti gli yoga.
27. Anche a causa della avversione di Dio per l’egoismo e dell’amore per la mitezza (la devozione è superiore).
28. “Per il perfetto amore, la conoscenza sola è il mezzo”, così dicono alcuni Acharya.
29. “Sono interdipendenti”, dichiarano gli altri.
30. “Bhakti è frutto di se stessa” dicono i figli di Brahma il creatore.
31. Ciò è dimostrato negli esempi del luogo e del cibo ecc
32. A causa della sola conoscenza, cioè, non si ottengono né il favore del re, né il cibo per sfamarsi.
33. Pertanto, solo il supremo amore per Dio deve essere ricercato dagli aspiranti alla liberazione.
34. Gli antichi maestri si esprimono in modo diverso sui mezzi di sviluppo di tale devozione nel cuore umano.
35. In realtà si realizza la Bhakti attraverso la rinuncia agli oggetti dei sensi e alle relazioni esterne.
36. Attraverso la sfida continua ai propri limiti e il servizio d’amore al Signore.
37. Ascoltando e cantando le glorie del Signore, anche quando impegnati nelle attività del mondo.
38. Principalmente la devozione purissima si ottiene per la grazia di grandi anime realizzate, o con l’aiuto della grazia divina.
39. Venire in contatto con una grande anima è molto difficile. E’ impossibile conoscerne una pienamente. Eppure, è infallibile il suo effetto.
40. Tuttavia, per grazia di Dio le anime grandi sono state concesse.
41. Perché tra Dio e i Suoi puri devoti non c’è alcuna differenza.
42. Solo questo è da fare: ottenere al piena realizzazione.
43. La società e i suoi mali sono da abbandonare a tutti i costi.
44. Perché sono causa di lussuria, rabbia, delusione, perdita di memoria, perdita di discriminazione e, in definitiva, della nostra rovina.
45. Anche se inizialmente appaiono come un’ increspatura, questi fenomeni (ira, lussuria, ecc,) prodotti dalla società, possono diventare un oceano.
46. Chi attraversa maya (illusione)? Come si supera realmente maya? Colui che si arrende e offre tutti gli attaccamenti e gli oggetti dei sensi, Colui che serve i grandi devoti e Colui che rinuncia a ogni senso di possesso e di se stesso.
47. Chi si ritira in un luogo solitario in silenzio, colui che spezza il suo legame con il mondo dalle radici, (colui che) va oltre le influenze dei “guna”, colui che rinuncia a tutte le sue aspirazioni per i beni materiali e il sostentamento.
48. Colui che cede i frutti delle azioni, che rinuncia a ogni azione egoistica, e quindi si libera dal gioco delle coppie di opposti.
49. Colui che rinuncia anche ai Veda e intraprende un puro flusso ininterrotto di devozione.
50. Costui attraverserà e aiuterà gli altri ad attraversare.
51. La natura della devozione è indescrivibile, indefinibile.
52. Come un muto non può descrivere un sapore, non possiamo dirne nulla.
53. Non di meno, l’essenza della pura devozione è rivelata a coloro, i pochissimi, che sono adatti a riceverla.
54. Questo amore puro è senza attributi, senza desideri, sempre crescente, ininterrotto, sottilissimo, pura esperienza immediata .
55. Dopo aver conosciuto l’amore supremo, il devoto vede solo quello, sente solo quello, parla di quello, e pensa solo a quello.
56. La devozione secondaria è di tre tipi, secondo le differenti disposizioni mentale (dei devoti) o in base alle motivazioni, come la sofferenza ecc.
57. Digradando in questo senso, i primi sono i generi più nobili.
58. Di tutti i sentieri (yoga), la devozione è quello che più facilmente raggiunge il successo.
59. Perché l’amore non dipende da nessun altra autorità essendo esso il fondamento di ogni prova e di ogni autorità.
60. L’amore è il fondamento della pace ed è l’essenza della suprema beatitudine.
61. Nessuna preoccupazione o ansia sia suscitata dalle perdite materiali, se il devoto avrà offerto a Dio tutte le sue opere, i suoi doveri e il suo io.
62. Fino al raggiungimento del pieno ardore d’amore ultraterreno, non si abbandonino le attività mondane. Ma diligentemente si persegua l’amore, imparando a rinunciare all’ansia di godere del frutto delle nostre attività.
63. Il ricercatore non ascolti le descrizioni di donne e ricchezza, né discorsi atei e ostili.
64. Orgoglio vanità, e come le altre pulsioni negative della mente siano abbandonate.
65. Dopo aver dedicato tutte le opere a Dio, si dovrebbe rivolgere anche ogni pensiero, desiderio, così come rabbia, orgoglio, ecc, verso Dio solo.
66. Si superino i tre tipi di esperienze, procedendo nell’amore, nel costante
servizio, come un servo devoto o l’amante con l’amato, e facendone la propria unica attività.
67. Tra i devoti, quelli il cui unico obiettivo è il Signore e la cui devozione è rivolta solo verso il Signore, sono i migliori.
68. Quando questi devoti purissimi, con la gola strozzata dall’emozione, i brividi lungo il corpo e le lacrime sul volto, dialogano tra loro con parole rotte, purificano la loro famiglia e i loro discepoli, e purificano la Terra.
69. Sono loro che santificano i luoghi sacri di pellegrinaggio, rendono le opere pie, e fondano l’autorità delle Scritture.
70. Poiché Essi vivono assorti in Dio.
71. Gli antenati dei puri devoti gioiscono della loro realizzazione, gli esseri divini li celebrano in cielo e la terra diventa luogo di salvezza spirituale.
72. Tra questi (santi perfetti) non ci sono distinzioni basate su casta, cultura, bellezza, famiglia, ricchezza o professione.
73. Poiché essi appartengono a Dio.
74. Dispute vane e discussioni non dovrebbero essere mai intraprese.
75. Le dispute sono da evitare perché tendono a protrarsi all’infinito, e diventano inconcludenti.
76. Si meditino le letture devozionali e si seguano le loro istruzioni con diligenza.
77. In attesa del tempo in cui si potranno abbandonare piacere, dolore, desiderio, profitto ecc non si sprechi il proprio tempo.
78. Virtù, come non violenza, veridicità, purezza, compassione, fede nel Signore, ecc, devono essere costantemente coltivate.
79. Sempre, in quiete e in ogni turbamento mentale, solo il Signore è da invocare e ricercare, con tutto il potenziale della nostra personalità.
80. Quando viene chiamato, Egli si palesa al devoto e gli fa realizzare la propria natura assoluta e divina.
81. Delle tre vie, la devozione è la più grande; infatti, la devozione è il dono più grande.
82. L’amore per la gloria delle Sue qualità, l’amore per la Sua forma divina, l’amore per l’adorazione, l’amore per il Suo ricordo, l’amore per il Suo servizio, l’amore per la Sua l’amicizia, amore per il Signore come per un proprio figlio, amore come quello per l’amato, amore con totale offerta di sé ai Suoi piedi, l’amore come assorbimento completo in Lui, l’amore avvertito nel dolore della separazione da Lui: così sebbene l’amore sia uno solo, si esprime in undici diverse modalità.
83. Così dichiarano i saggi, senza paura dei giudizi di alcuno, questa è la loro unanime opinione, di coloro che sono padroni del percorso di devozione, come Sanatkumara Vyasa, Suka, Shandilya, Garga, Vishnu, Kaundinya, Sesha, Uddhava, Aruni, Bali, Hanuman, e Vibhishana.
84. Chi crede e ha fede in questa esposizione della Bhakti, tramandata da Narada, conquista l’amore di Dio e raggiunge il suo obiettivo, sì, raggiunge il suo amato obiettivo.