III. Karma Yoga

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Testi del Vedanta, dello Yoga e della tradizione Hindu.

Dal 2001 Visionaire.org è scritto, illustrato, pubblicato da Beatrice Polidori (Udai Nath)

1. Arjuna disse: O Janardana, o Keshava, perché mi inciti a questa orribile battaglia, se consideri la conoscenza superiore all'azione interessata?
2. La mia intelligenza è confusa dalle Tue istruzioni. Ti prego, indicami in modo definitivo la via migliore per me.
3. Il Signore Beato disse: O Arjuna senza peccato, come ho già spiegato, ci sono due tipi di sentiero che possono percorrere coloro che cercano di realizzare la Verità Assoluta. Alcuni tentano di giungervi con la ricerca filosofica, altri con l'azione, o Karma Yoga.
4. Non è semplicemente astenendosi dall'agire che ci si può liberare dalle conseguenze dell'azione; la rinuncia non è sufficiente per raggiungere la perfezione.
5. Tutti gli uomini sono inevitabilmente costretti ad agire sotto le influenze della natura materiale, perciò nessuno può astenersi dall'agire nemmeno per un istante.
6. Colui che controlla i sensi, ma ha la mente ancora legata agli oggetti dei sensi, certamente s'illude ed è un simulatore.
7. Invece, una persona sincera, che cerca di controllare i sensi purificando la mente, libera dall'attaccamento, che s'impegna nell'azione applicando i principi del Karma Yoga è di gran lunga superiore.
8. Compi il tuo dovere, perché l'azione è migliore dell'inazione. Senza agire l'uomo è incapace perfino di mantenere il proprio corpo.
9. L'attività dev'essere compiuta come un atto di devozione altrimenti lega il suo autore a questo mondo materiale. Perciò, o figlio di Kunti, compi il tuo dovere come azione sacrificale e sarai per sempre libero dai legami dell'attaccamento.
10. All'inizio della creazione il Signore di tutte le creature generò gli uomini e il sacrificio, e li benedisse dicendo: Siate felici compiendo questi yajna (sacrifici), poiché essi vi porteranno tutto ciò che desiderate per vivere felicemente e raggiungere la liberazione.
11.Gli esseri celesti, soddisfatti dai sacrifici, a loro volta vi soddisferanno, e da questo scambio nascerà la prosperità per tutti.
12. Soddisfatti dal compimento dei yajna (sacrifici), gli esseri celesti, incaricati delle varie necessità della vita, provvedono a tutte le necessità dell'uomo. Ma colui che gode dei loro doni senza offrirli in cambio agli esseri celesti è certamente un ladro.
13. I devoti del Signore sono liberi da ogni peccato perché mangiano solo cibo offerto in sacrificio. Gli altri, che preparano i cibi solo per il proprio piacere, in verità si nutrono di inganni.
14. I corpi di tutti gli esseri viventi si nutrono di alimenti che crescono con le piogge. E le piogge vengono grazie all'yajna (sacrificio), e dall'operare nasce il sacrificio.
15. Sappi che l'azione nasce dall'Essere e l'Essere dall'Assoluto. Perciò l'Essere che tutto compenetra si fonda sul sacrificio.
16. Mio caro Arjuna, l'uomo che non offre il suo contributo all'esistente, colui che vive solo per la soddisfazione dei sensi vive invano.
17. Tuttavia colui che trae piacere nel Sé, che è illuminato nel Sé, che gioisce ed è soddisfatto solo nel Sé, pienamente appagato, non ha più alcun dovere che debba essere compiuto.
18. L'uomo che ha realizzato la sua identità spirituale non ha interessi personali nell'adempiere i suoi doveri, né ha motivo di non compiere tali doveri. Egli non dipendere da altri esseri viventi.
19. Si deve agire per dovere, dunque, ed essere distaccati dai frutti delle azioni, perché agendo senza attaccamento si raggiunge il Supremo.
20. Re come Janaka raggiunsero la perfezione compiendo i doveri prescritti. Compi dunque il tuo dovere, se non altro per educare il tuo prossimo.
21. Qualunque cosa faccia un grande uomo, la gente segue le sue tracce. Tutto il mondo segue la norma che egli stabilisce col suo esempio.
22. O figlio di Pritha, nell'intero universo non c'è dovere prescritto per me. Né devo ottenere nulla che non abbia ottenuto, tuttavia continuo nel mio agire.
23. Infatti, se io non m'impegnassi con cura a compiere i doveri prescritti, o Partha, tutti gli uomini seguirebbero certamente la mia via.
24. Se mi astenessi dal compiere i doveri prescritti, tutti questi mondi andrebbero in rovina. Sarei la causa del disordine sociale e della distruzione delle creature.
25. Come l'ignorante compie il suo dovere con attaccamento al risultato, così anche il saggio agisce, ma senza attaccamento, al solo fine di preservare gli uomini dalla distruzione.
26. E' bene che il saggio non turbi la mente degli ignoranti attaccati all'azione interessata. Non devono essere incoraggiati ad astenersi dall'agire, ma piuttosto ad agire con spirito equilibrato.
27. Colui che è sviato dal senso dell'io crede di essere l'autore delle proprie azioni, che in realtà sono compiute dalle tre influenze della natura materiale.
28. O Arjuna dalle braccia potenti, colui che conosce la Verità Assoluta non si preoccupa dei sensi e della gratificazione dei sensi, perché sa qual è la differenza tra l'azione devozionale e l'azione interessata.
29. Sviato dalle influenze della natura materiale, l'uomo ignorante s'impegna completamente nelle attività materiali, a cui rimane attaccato. Ma il saggio non deve turbarlo.
30. Perciò, dedicando a Me tutte le tue attività e con la mente assorta nel Sé, combatti o Arjuna, libero da ogni motivazione personale, dall'egoismo e dall'indolenza.
31. Coloro che compiono il proprio dovere secondo le mie istruzioni e seguono quest'insegnamento con fede, senza invidia, si liberano dai legami dell'azione interessata.
32. Ma coloro che sono animati da spirito di contrapposizione disprezzano questi insegnamenti, sono ingannati dalla loro mente, illusi e destinati alla perdizione.
33. Anche il saggio agisce secondo la propria natura, poiché è così per tutti gli esseri. A che serve dunque reprimere questa natura?
34. Si devono osservare, senza caderne succubi, i meccanismi dell'attaccamento e dell'avversione, perché entrambi sono ostacoli sulla via della realizzazione spirituale.
35. E' meglio compiere il proprio dovere, seppure in modo imperfetto, che compiere il dovere di un altro, seppure ci paia migliore. E' meglio fallire o morire compiendo la propria legge, poiché seguire la via altrui reca sgomento.
36. Arjuna disse: O discendente di Vrishni, che cosa spinge l'uomo all'errore, anche contro il suo volere, come se vi fosse costretto?
37. Il Signore Beato disse: il desiderio soltanto, o Arjuna. Nato dal contatto con le forme della passione, poi trasformatasi in collera, è il nemico devastatore del mondo e la sorgente dell'errore.
38. Come il fuoco è coperto dal fumo, lo specchio è coperto dalla polvere e l'embrione è coperto dalla placenta, così l'essere vivente è coperto da differenti involucri di desiderio.
39. Così, o figlio di Kunti, la coscienza pura dell'uomo è coperta dalle passioni brucianti, come un fuoco insaziabile che prende ogni forma.
40. I sensi, la mente e l'intelligenza sono gli strumenti dell'ignoranza, che oscura la vera conoscenza dell'essere vivente e lo confonde.
41. Perciò, o Arjuna, migliore dei Bharata, dissipa l'ignoranza e i desideri regolando i sensi. Annienta ciò che è nemico della conoscenza e della realizzazione spirituale.
42. I sensi attivi sono superiori alla materia inerte, ma superiore ai sensi è la mente, e superiore alla mente è l'intelligenza. Ancora più elevato dell'intelligenza è il Sé.
43. Compreso dunque ciò che è superiore all'intelletto puro, coltiva il Sé per mezzo del Sé e annienta il nemico che ha forma di desiderio.

Meditazione con Udai Nath

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