VIII. Raggiungere il Supremo

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Testi del Vedanta, dello Yoga e della tradizione Hindu.

Dal 2001 Visionaire.org è scritto, illustrato, pubblicato da Beatrice Polidori (Udai Nath)

1. Arjuna allora chiese:che cos'è il Brahman? Che cos'è il Sé? Che cos'è il Karma? Che cos'è questa manifestazione materiale, chi sono gli esseri mortali e temporanei? E chi sono gli esseri celesti? Ti prego, spiegamelo.
2. Chi è l'Atman, o Madhusudana? Come vive nel corpo? E come Ti conosceranno, al momento della morte, coloro che Ti servono con amore e praticano i tuoi insegnamenti?
3. Il Signore Beato disse: l'Essere vivente, trascendentale e indistruttibile, è detto Brahman, e la sua natura individuale è detta Atman, il Sé. L'insieme delle azioni che determinano i corpi di cui si rivestirà è chiamato karma, o attività creatice.
4. La natura materiale, che è in perenne mutamento, è detta corruttibile. La forma universale del Signore, che include tutti gli esseri celesti, è detta l'Essere Supremo, adhidaivata. E Io, il Signore Supremo, che come Atman abito nel cuore di ogni essere incarnato, sono chiamato adhiyajna (il Signore del sacrificio).
5. Chiunque, all'istante della morte, lascia il corpo ricordandosi di Me soltanto raggiunge subito la Mia dimora. Non dubitarne.
6. Senza dubbio, sono i ricordi che si hanno all'istante di lasciare il corpo che determinano la condizione futura dell'essere, o figlio di Kunti.
7. Così, o Arjuna, pensa sempre a Me, e allo stesso tempo compi il tuo dovere di combattere. Dedicando a Me le tue azioni, fissando in Me la tua mente e la tua intelligenza, senza alcun dubbio verrai a Me.
8. Colui che medita su di Me, e si ricorda sempre di Me senza mai deviare, certamente viene a Me, o Partha.
9. Si deve meditare sulla Persona Suprema come sull'Essere onnisciente, il più antico, Colui che controlla e mantiene tutto, che è più piccolo del più piccolo ed è inconcepibile, al di là dell'intelligibile, e che rimane sempre indivisibile, luminoso e trascendente.
10. Colui che all'istante della morte fissa tra le sopracciglia il soffio vitale e con la devozione più profonda s'immerge nel ricordo del Signore Supremo, tornerà certamente a Lui.
11. Ti parlerò ora dei conoscitori dei Veda, che pronunciano l'omkara e sono grandi asceti, di come costoro raggiungono il Brahman. Desiderando tale perfezione si deve praticare il celibato. Ti descriverò ora questa via di salvezza.
12. Lo yoga consiste nel distaccarsi da tutte le attività dei sensi. Chiudendo le porte dei sensi, mantenendo la mente fissa sul cuore e concentrando il soffio vitale tra le sopracciglia, ci si può stabilire nello yoga (unione col Divino).
13. Praticando lo yoga e pronunciando la sillaba sacra Aum, suprema unione di lettere, colui che all'istante di lasciare il corpo pensa a Me, certamente verrà a Me.
14. Colui che si ricorda sempre di Me, senza deviare, Mi raggiunge facilmente, o figlio di Pritha, grazie al suo costante impegno nella disciplina.
15. Dopo averMi raggiunto, le grandi anime, yogi colmi di devozione, mai più torneranno in questo mondo temporaneo e pieno di sofferenza, poiché hanno ottenuto la perfezione più alta.
16. Tutti i mondi dell'esistente, dal più alto al più basso, sono luoghi di sofferenza dove nascita e morte si susseguono. Ma colui che raggiunge la Mia dimora, o figlio di Kunti, non rinasce più.
17. Un giorno di Brahma equivale a mille ere secondo il calcolo terrestre. E altrettanto lunga è la sua notte.
18. Quando sorge il giorno di Brahma (un ciclo creativo del cosmo) tornano all'esistenza tutte le varietà degli esseri, e quando viene la notte sono tutte annientate.
19. Senza fine ritorna il giorno di Brahma e tutti gli esseri tornano all'esistenza, e ogni volta, col sopraggiungere della notte di Brahma (ciclo distruttivo del cosmo), essi sono inesorabilmente dissolti, o Partha.
20. Esiste tuttavia un'altra condizione, che è eterna ed è al di là del manifesto e del non manifesto. Non è mai annientata, anche quando tutto in questo mondo è dissolto.
21. Questa dimora suprema è detta non manifestata e incondizionata ed è la condizione suprema. Chi la raggiunge non torna più indietro. Questa è la Mia vera dimora.
22. Tale è lo stato Supremo dove ogni essere dimora in Dio, da dove ogni ente è manifestato, da cui tutto questo mondo è pervaso. Quello è ciò che ricerca di realizzare chi nutre l'aspirazione spirituale all'eterno.
23. O migliore dei Bharata, ti descriverò ora le condizioni per cui lo yogi parte da questo mondo per non tornare più, e quelle da cui parte per ritornare.
24. Coloro che conoscono il Brahman Supremo raggiungono l'eternità lasciando questo mondo in un momento propizio, alla luce del giorno e con la benedizione del fuoco, durante i quindici giorni di luna crescente e i sei mesi in cui il sole passa a settentrione.
25. Lo yogi che parte da questo mondo nella notte, nel fumo, durante i quindici giorni della luna calante o nei sei mesi in cui il sole passa a meridione, raggiunge l'astro lunare, e dovrà ancora tornare in questo mondo.
26. Secondo i Veda esistono due modi di lasciare questo mondo: nelle tenebre o nella luce. L'una è la via del ritorno e l'altra del non-ritorno.
27. Coloro che conoscano queste due vie non sono mai confusi. Perciò sii sempre assorto nella meditazione, o Arjuna.
28. Lo yogi, una volta appreso tutto questo, oltrepassa le necessità dei meriti acquisiti con lo studio dei Veda, con i sacrifici, con le austerità e con le azioni caritatevoli. Egli consegue la meta suprema e ritrova la sua condizione originaria.

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