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"La vacca è vostra madre. Voi bevete il suo latte e perciò essa diventa vostra madre", dice Krishna nel Bhagavatham. La visione della Fortuna rimanda tradizionalemnte ai legami di causa ed effetto che diventano legami di filiazione e di apparentamento con il mondo naturale e soprannaturale da cui traiamo nutrimento e benessere e a cui siamo legati da un rapporto di dipendenza e reciprocità, non necessariamente simmetrico. Il legame simbolico ed ecologico con la natura-madre, rappresentata dalla sacralità della vacca, è la chiave per conquistare la fortuna e il benessere che desideriamo. L'abbondanza è la visione che caratterizza lo sguardo del mistico che medita la generosità di Dio, la Sua benevolenza. La protezione incondizionata, una sorta di assicurazione permanente e onnicomprensiva, è destinata a colui che ricerca con devozione e umiltà di conoscere il Vero e il Divino in questa vita, garantisce Krishna ad Arjuna. L'azione dell'uomo deve perciò seguire la fortuna, il ciclo degli eventi e delle stagioni della vita, osservando il suo compito nella rete dei legami tra i viventi e tra i viventi e il Divino; non nuocere, non ferire, non uccidere. Destinare i frutti delle proprie azioni al Supremo, senza mai pensare al proprio guadagno, presente o futuro. La fortuna ama coloro che sono fiduciosi e agiscono con rispetto e rettitudine verso le creature e con dedizione verso il divino. A tutti costoro è concesso ottenere ogni cosa necessitano e raggiungere gli obiettivi che hanno perseguito. Il decimo arcano è normalmente associato all'alternarsi delle vicende terrene. Richiama numericamente il Sole e i pianeti dell'orbita, quindi il posto dell'Io nell'ordine interiore. Esprime perciò un valore positivo e armonico, perchè predice la realizzazione dei desideri e la soluzione dei problemi grazie a un destino favorevole e sincronico. |
Il Folle è l'inizio di ogni cosa, il vivente nella sua primitiva purezza, l'entusiasmo e l'incertezza, la libertà perfetta e spaventosa, al di là di qualsiasi legame, prima di ogni relazione. Il Folle, l'indeterminato e incondizionato, il Puro Folle o il Puro Cercatore, è il simbolo iniziale dei Tarocchi, a indicare la condizione fondamentale del ricercatore: essere errante, solo, debole, estraneo e uguale ai suoi simili; senza nome né identità, senza volto né guida. Origine e fine di ogni sentiero umano è la carta con cui il cerchio dei tarocchi si ricongiunge su se stesso. E' l'umile peccatore che si rivolge alla Madre divina: E' il saggio incantato dalla gloria divina: Nell'oracolo rappresenta purezza, innocenza, disorientamento. E' l'inaspettato, lo stupore, lo sguardo incontaminato. Può rappresentere l'inizio inatteso di un nuovo corso, o la condizione di chi cerca un'indicazione, anche casuale, per intraprendere una via. Può corrispondere a sentimenti di abbandono o di esclusione, di scasa fiducia nelle proprie capacità e disorientamento. Si tratta allora di ascoltare la nuova condizione che emerge da questo stato, e assecondare la possibilità che si verifichi l'impensato, mantenendo lo sguardo puro e il cuore innocente, libero da ogni aspettativa o desiderio convenzionale.
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La Luna è la regina del cielo e degli astri, l'intelligenza che dirige il movimento dei cieli, delle stagioni e delle acque perenni dell'oceano cosmico. Nella cultura Vedica, la Luna era l'astro superiore al Sole, che guida l'uomo quando anche il sole è assente, oltre la coscienza razionale del visibile. Luminare secondo solo all'Atman, alla pura coscienza senza oggetto. La falce di Luna adorna la chioma di Shiva, che perciò è chiamato Chandrasekhara, il Signore della Luna, o dell'intelligenza del cosmo. Questa funzione seconda solo all'Assoluto corrisponde alla polarità femminile del divino, non quale mera potenza, ma coscienza e divenire, inseparabili. E' la duplice natura, è la coesistenza dell'uno e del molteplice; è l'illusione della manifestazione, nell'intercalare della sua presenza ciclica, dell'espandersi e riassorbirsi del respiro e dei mondi. E' presenza di contemplazione, oltre il potere del manifesto e del latente. E' del divino il Volto, la Luce perenne, che inonda con il flusso la vita o la riassorbe scomparendo. Gioco di pura illusione e di riflesso, di una realtà che invece non muta. Tutta la natura riposa di notte nella piena fiducia del risveglio, il mondo vivente si abbandona alla notte e al suo ciclo, in cui la coscienza si allontana dagli oggetti per assottigliarsi nel ritmo del respiro. Nell'oracolo la Luna è espressione di un mondo che sfugge al nostro controllo diretto e perciò può suscitare paura, fascino o stupore per la scoperta di segreti inimmaginati. E' un passaggio oltre la sfera usuale dell'esperienza, non privo di inganni e pericoli, ma anche indispensabile, come il sonno, a restituirci alla salute. Insegna a osservare la vasta parte della vita che è oltre la coscienza ordinaria e la volontà, a riconoscere i propri limiti, perchè con veridicità si arrivi a conoscere se stessi.
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